Partenza dall'Italia per Niamey con volo di linea
Volo per Agadez. Non si può andare nel Sahara nigerino senza visitare Agadez, affascinante con le sue strade sabbiose, la sua architettura in fango di stile sudanese, la gente che vi si incontra. Qui le popolazioni nomadi, Tuareg e Tebu, si mescolano a quelle sedentarie nere come gli Haussa. Nella città vecchia le case sono tutte costruite in banco, impasto di argilla, sterco e paglia, e le facciate a volte sono decorate con motivi geometrici in rilievo o dipinte. Su tutto svetta il minareto della moschea, simbolo di Agadez. Proprio lì vicino sorge il vecchio palazzo del sultano e si trova il mercato, che fornisce al visitatore una carrellata di genti diverse in abito tradizionale ed una ricca scelta di oggetti artigianali tra cui le famose "croci di Agadez", gioielli cesellati in argento di forme diverse a seconda del luogo di provenienza. Cena libera e pernottamento in albergo.
Partenza verso il sud di Agadez per raggiungere la falaise di Tiguidit, una formazione sedimentaria che risale al Cretaceo inferiore e che presenta una base argillosa ricoperta da arenarie più compatte. In questo contesto si raggiunge Marandet, dove si trova uno dei cimiteri di dinosauri più famosi al mondo, un'occasione favolosa per ammirarne i resti che il vento scopre e ricopre di sabbia e per discutere e fantasticare su una delle più importanti estinzioni di massa, avvenuta tra la fine del Cretaceo e l'inizio del Terziario, circa 65 milioni di anni fa… colpa di un immenso meteorite o di straordinarie eruzioni vulcaniche? Dopo aver visitato il cimitero dei dinosauri il viaggio continua nel massiccio dell'Air, attraversando le oasi di Azel, Dabaga, Aoderas, dove l'attività principale dei tuareg locali, della tribù dei Kel Wey, è l'irrigazione delle coltivazioni nei giardini, utilizzando ancora i vecchi sistemi con l'aiuto dello zebù o del cammello. Campo.
Partenza verso nord con le vetture fuoristrada lunga la pista che si snoda nel Massiccio dell'Aïr dove sono frequenti gli incontri con i Tuareg. Visita alla cascata di Aguelman, che ha scavato e modellato le scure pareti di roccia creando morbide curve come in un'opera d'arte. Proseguiamo verso Timia, oasi verde e fresca abitata da circa 7000 Tuareg della tribù Kel Wey, posta in una bellissima valle nel cuore dell'Aïr. La presenza di catene montuose e di una falda ricca d'acqua a poca profondità hanno creato un ambiente favorevole alle coltivazioni: caratteristici sono i rigogliosi orti, giardini e frutteti (un tripudio di melograni, pompelmi, uva, arance) che irrigati permanentemente producono verdure, frutta e cereali venduti ai mercati. Sono circa 300 le famiglie che hanno un giardino di proprietà. Poi ci sono i proprietari delle palme da dattero che a settembre, dopo la stagione delle piogge, raccolgono i loro frutti nel palmeto per farli seccare e poi vendere ad Agadez in cambio di tessuti e altri beni, oppure a Bilma per scambiarli con il natron, il sale per gli animali. La popolazione è dedita a tre mestieri: giardiniere, cammelliere o allevatore (capre, buoi e cammelli). I bambini sono numerosissimi e sbucano incuriositi e intimoriti da ogni dove. A scuola apprendono il francese dagli insegnati Haussa, i pochi che qui si sono fermati. Visita quindi alle rovine di Assodey, antica capitale dell'Air. Proseguendo nel nostro viaggio i paesaggi cambiano. Passaggio a Kogo per dei curiosi affioramenti di marmo. Poi i profili si addolciscono e le sagome delle dune di sabbia appaiono all'orizzonte: la valle dello Zagado un tempo famosa per la presenza degli ultimi struzzi esistenti nel Massiccio dell'Aïr, ci permette di affacciarci al deserto del Ténéré e di raggiungere il suggestivo e spettacolare cratere di Arakao. Arakao, in lingua tuareg " Tchin Taburak ", è la chela del granchio, un immenso anfiteatro di roccia che racchiude come in uno stretto abbraccio (la chela) le grandi dune che sembrano toccare il cielo. Nei dintorni, con una breve passeggiata nell'uadi circostante, si può raggiungere un sito con incisioni rupestri. Campo.
Da Arakao si prosegue ancora verso nord, in direzione del massiccio di Chiriet, dopo una deviazione al pozzo di Farìs per il rifornimento di acqua. I panorami sono affascinanti ed il contrasto tra le montagne e la distesa di dune del Teneré arrembanti contro i bastioni vulcanici è davvero unico! Qua e là resti di presenze umane, testimonianze di un passato molto lontano: macine, punte di freccia, resti di vasi di terracotta… la sensazione del passaggio di antichi piedi e antiche mani si fa più concreta. A volte si trovano frammenti di pietre affilate che sono state asce, coltelli o armi di uomini che dovevano difendersi o cacciare animali di grossa taglia. Le dune si stendono a perdita d'occhio, fino ad uno scuro isolotto vulcanico che vento e sabbia hanno scolpito in forme stupefacenti: è l'Adrar Chiriet. Ora si scavalcano e si aggirano cordoni di dune per raggiungere le incantevoli Montagne Blu, il cui marmo all'imbrunire si tinge magicamente di un tenue colore azzurrino. Infine è la volta di Temet, dove si trovano, le dune fra le più alte del deserto: fino a 300 metri, e lo spettacolo è davvero impareggiabile.
Affrontiamo gli ultimi cordoni di dune di questo viaggio e verso l'importante pozzo di Tezerzek (100 km) sede di splendidi graffiti rupestri. Qui ritroviamo i nomadi Tuareg; con gesti faticosi antichi e per noi inusuali, portano faticosamente in superficie pesanti recipienti in pelle ricolmi di acqua. E' la routine della dura vita nel deserto che affascina, forse perché ci richiama ad una manualità di sopravvivenza a cui il nostro mondo moderno ci ha completamente disabituato. Campo.
Via per il villaggio di Iférouane, oasi dagli orti fiorenti che offrono freschi approvvigionamenti ai viaggiatori che si preparano alla traversata del deserto. E' una piccola comunità di montagna posta a 770 metri d'altezza ai piedi dei monti Tamgak. I Kel Ferwan, in parte sedentarizzati, abitano le caratteristiche capanne circolari disseminate sotto grandi acacie. Una fascia di palme fornisce l'ombra necessaria alle coltivazioni e l'irrigazione viene fatta ancora a trazione animale: asini e dromedari con un lento va e vieni traggono dai pozzi la preziosa acqua che viene incanalata tra gli orti, i "giardini dell'Aïr". E' un'isola verde nel cuore del deserto, ed altre ve ne sono nella regione che garantiscono ai vari insediamenti un habitat favorevole. Ebbene, è proprio qui, tra il 02 e il 4 dicembre 2022 che si svolge questo fantastico incontro tra le varie tribù tuareg provenienti da tutto il Sahara, dall'Algeria, dalla Libya, dal Mali e dal Niger. Un'occasione ghiottissima e unica per entrare in contatto con questa affascinante popolazione dalle tradizioni vivissime e dal passato epico. Concerti di musica tradizionale, moderna, gare di abilità, canto e poesia, danze animatissime... Sfoggio dei costumi più belli e maestosi e corse con i cammelli metteranno in competizione i personaggi più importanti delle varie tribù, mentre le donne si esibiranno al Tindé (mortaio rivestito con pelle a mo' di tamburo) e con l'Imzad, il violino monocorde, agghindate con sontuose parure di antichi gioielli. Una gioia per gli occhi e per l'anima! Un popolo che, pur frazionato e separato da distanze enormi, è fiero della propria identità culturale e non vuole in alcun modo entrare nell'oblio. Campi.
Al mattino presto partenza con le vetture fuoristrada lungo la pista che si snoda tra i rilievi e le minuscole oasi di montagna dell'Aïr. E' un territorio di 400 km di lunghezza per 250 di larghezza, tradizionalmente abitato da Tuareg. Qua e là graffiti di scene di vita quotidiana e di caccia, con rappresentazioni di animali che facevano parte della grande fauna di un tempo, impreziosiscono le pareti di alcuni siti e raccontano una storia millenaria, testimonianza di un antico Sahara, fertile e frequentato dall'Uomo. A Dabous, sulla "via dell'uranio", due giraffe a grandezza naturale sono incise nella roccia con dovizia di dettagli. Davvero una chicca! Cena libera e pernottamento in albergo.
Volo per Niamey e trasferimento in albergo dove saranno a disposizione delle camere per i preparativi del ritorno. Nel pomeriggio breve visita del museo e del mercato dell'artigianato. Ignorata a lungo per via della sua posizione lontano dalle più importanti rotte commerciali, Niamey divenne nel 1903 un centro amministrativo francese grazie al grande mercato che sorgeva proprio sulle sponde del fiume Niger e poi una capitale che conobbe il suo sviluppo negli anni '40, ricca e popolosa, con quartieri amministrativi e residenziali separati dal centro città essenzialmente dedicato al commercio. Il Museo Nazionale è uno dei più belli d'Africa grazie alla sua originalità e diversità. Infatti, ospita tutti i tipi di habitat tradizionali del Niger e collezioni preistoriche, etnografiche, ornitologiche e faunistiche, testimonianze di affreschi rupestri dell'Aïr, nonché strumenti musicali tradizionali e costumi nazionali. E ben 3 scheletri perfettamente ricostituiti di enormi dinosauri. Pasti liberi. In serata trasferimento in aeroporto per l'imbarco sul volo di rientro in Europa.
Arrivo in giornata in Italia.
Prezzo per persona in doppia – partenza da Milano/Roma minimo 10 partecipanti con Tour Leader italiano
data di partenza | rientro | Note particolari | Prezzo | HS | Calc |
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Descrizione | Costo | |
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Costi fissi | ||
Prezzo base a persona in camera doppia | € 3750 | |
isc + assicurazione medico/bagaglio | € 80 | |
Supplemento alta stagione | € 0 | |
Tasse aeroportuali indicativamente* | € 0 | |
Costi accessori e supplementi | ||
Supplemento camera singola | € 250 | |
Visto di entrata nel paese/i | € 105 | |
TOTALE DEI COSTI |
Costo a persona | Prezzo |
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Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto | € 0 |
Sistemazione in singola | € 250 |
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio | € 80 |
Visto di entrata nel paese/i | € 105 |
Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.
Agadez, il Cimitero dei Dinosauri, l'oasi di Timia, Arakao e le dune del Ténéré, Adrar Chiriet, Montagne Blu, le dune di Temet, Iférouane e il Festival Tuareg, Dabous, Niamey
Dalla leggendaria Agadez, alla magia delle grandi dune che si frangono contro i bastioni vulcanici dell’Aïr, al popolo del deserto per eccellenza: i Tuareg.
Quale migliore occasione, allora, per coniugare i panorami più belli del Sahara e l’incontro con questa gente fiera, indomita, dal volto scolpito dal sole?