A spasso per il Gobi
durata viaggio 16 giorni
1° e 2° giorno
Italia-Ulaan Baatar
Partenza con il volo di linea per Ulaan Baatar. Arrivo il mattino successivo. La capitale alle prime luci del mattino mantiene intatta l’atmosfera che si respirava ai tempi della “guerra fredda”, con le nebbie che salgono dal fiume Tuul, incastonato tra due catene montuose. Giornata dedicata alla visita della capitale più fredda del mondo, che raccoglie quasi un terzo della popolazione del paese. Alla grande piazza si affacciano gli edifici pubblici più importanti. Molti i siti di interesse turistico. Nel Museo di Scienze Naturali, in corridoi e stanze polverose, tra vari cervi e falchi imbalsamati, quarzi e legni silicizzati, la tuta ed l’equipaggiamento dell’unico cosmonauta mongolo, sono esposti gli scheletri dei dinosauri del Gobi, le uova dei protoceratopi, i resti dei tarbosauri: una raccolta unica. Il Museo di Belle Arti: i famosi petroglifi dei “cervi volanti”; le raffinate e preziose statue di Zanabazar, il Michelangelo dell’Asia; i preziosi Tangka dipinti su stoffa; i costumi e gli antichi gioielli delle numerose etnie mongole; i dipinti dei suoi più famosi pittori. Pasti liberi. Pernottamento in hotel.
3° e 4° giorno
Ulaan Batar-Bayan Onjuul-Ongii Khiid
Si lascia la città per la visita del Monastero di Gandan, che un tempo contava più di 10.000 monaci, considerato punto di riferimento da tutti i fedeli buddisti mongoli. Il monastero possiede un’università che specializza in 6 materie: filosofia, teologia, matematica,astrologia, divinazione e medicina. Inizia la spedizione. La caotica urbanistica della città e la serie di palazzoni di stile sovietico lasciano spazio ad agglomerati urbani sempre più radi. Il profilo tipico della steppa non tarda a delinearsi e all’orizzonte appaiono le prime ger, le tipiche tende circolari di feltro bianco dei Mongoli. La steppa si presenta come un oceano verde le cui onde sono i fili d’erba sulle colline che il vento muove in continuazione creando nel viaggiatore la suggestione che si possa viaggiare all’infinito senza arrivare mai. In questo paesaggio si innalzano piccoli e grandi ovoo, ammassi di pietre e offerte di vario genere che i Mongoli erigono per propiziarsi la benevolenza degli spiriti locali. La tradizione mongola abbonda di racconti di spiriti di fiumi e laghi, di lupi e cervi, anche le montagne e ogni singolo sasso possono contenere uno spirito. Si attraversa il piccolo villaggio di Bayan Onjuul per raggiungere poi Baga Gazaryn Chuluu, antico sito sciamanico racchiuso da scenografici picchi granitici tra i quali ci si addentrerà anche a piedi. Sistemazione nel campo attrezzato. All’ingresso di una bella gola ombreggiata sorge il complesso di Ongii, costituito un tempo da due monasteri edificati sulle opposte sponde dell’omonimo fiume. Oggi ormai si visitano le rovine che ricordano ai passanti l’eccidio avvenuto negli anni ’30 ed il nuovo edificio, inaugurato negli anni ’90 dal Dalai Lama. Pernottamento in ger.
dal 5° all’8° giorno
Ongii Khiid-Bayanzag-Yolyn Am-Dune di Khongor
Partenza alla volta del deserto di Gobi, mèta ambita da tutti i viaggiatori amanti dei deserti. Le sterpaglie che preannunciano il deserto si fanno via via più evidenti e il colore della terra assume il caratteristico color ocra, opacizzato dalla patina nera dovuta all’ossidazione degli agenti esogeni che chi frequenta i deserti ben conosce. Eccolo il grande Gobi, il “grande sabbione” di Marco Polo, deserto aspro e scaglioso, caratterizzato da variazioni climatiche veramente estreme con inverni in cui si scende sotto i 40° ed estati nelle quali si superano... Al suo interno custodisce alcune perle come Bayanzag, probabilmente il sito fossilifero più ampio e ricco del pianeta per quanto riguarda i dinosauri del tardo Mesozoico. Il paleontologo Roy Chapman Andrews fu il primo a scoprire nel 1922 ossa ed uova di dinosauri che potete osservare oggi nel museo di storia naturale a Ulaanbaatar. Frammenti di un passato antico di circa 70 milioni di anni riemergono dalle falesie di arenaria rossa di Flaming Cliffs. Una passeggiata ci permetterà di ammirare i colori che assumono queste straordinarie formazioni rocciose al tramonto ed esplorare la “falesia dei dinosauri”, uno dei siti più famosi al mondo per ritrovamento di reperti fossili. Sarà facile immaginare un antico passato, quando il paesaggio era rigoglioso, lussureggiante e popolato da animali scomparsi da millenni, quando i massicci protoceratopi venivano al pascolo e i carnivori velociraptor stavano in agguato…. La luce è splendida grazie alla vastità degli orizzonti: sembra di poter toccare le nuvole di giorno e le stelle di notte… Molto suggestive anche le gole di Yolyn Am che preludono all’incontro con Khongoriin Els, le più spettacolari di tutta la Mongolia, si estendono su oltre 180 km di lunghezza e 12 km di ampiezza con altezze variabili da 100 a 300 metri. Il vento ha accumulato le sabbie ai piedi di una catena montuosa in questa magnifica striscia di dune creando barkane e sif alla cui base pascolano cavalli e cammelli bactriani. Intorno luoghi selvaggi con paesaggi straordinari e la steppa che si estende a perdita d’occhio. Sistemazione al campo attrezzato e tempo a disposizione per godere del tramonto ai piedi delle dune o dall’alto delle creste sinuose per i più “volenterosi”. Ma ecco Naranbulag e Kermen Tsav, altro sito celebre per il ritrovamento dei dinosauri ma di bellezza inusitata coi suoi torrioni lateritici che si infiammano al tramonto. Campo in tenda a Bugiin Hooloi.
dal 9° al12° giorno
Bayangiin Nuruu-Orog Nuur-Shargaljuut-Orkon Valley
Si comincia la risalita verso nord avendo come prima meta la visita ad interessanti petroglifi. Poi ecco il lago Orog e le sorgenti calde di Shargaljuut. Infine la spedizione percorre la sacra valle del fiume Orkhon, modellata da movimenti tettonici antichi e pazientemente incisa dal fiume che qui disegna ampie anse e meandri. L’aria è tersa e frizzante, le acque blu cobalto riflettono il colore del cielo. Branchi di cavalli movimentano il verde smeraldo dell’erba e piccole marmotte sfidano gli artigli dei rapaci… Gli incontri casuali con i nomadi della steppa non sono infrequenti. Gente dai pochi fronzoli, plasmata dai climi aspri di una terra selvaggia, che vive una quotidianità che a noi stanziali pare difficile da sostenere, che non fa uso del tempo, ma dello spazio. Il paesaggio incomincia a cambiare: il colore dell’erba secca e riarsa dal sole lascia via via posto al verde. Si raggiungono le cascate, larghe circa 5 metri ed alte 24, che gettano le loro limpide e fredde acque in un bacino di pietra scura. E’ facile che un raggio di sole crei un arcobaleno transitorio... semplicemente magico! Si potrà avvicinare una famiglia di nomadi per comprendere il loro modo di vita e godere della loro aperta ospitalità. Campi. Il 12° giorno pernottamento in ger.
13° giorno
Orkhon-Tovkhon Khiid
Salita lungo valli verdeggianti. Attraverso un bosco le cui piante più vecchie e contorte sono decorate da “Kata”, sciarpe votive bianche e blu di seta lasciate dai pellegrini, una bellissima passeggiata tra i larici porta al monastero di Tovkhon, dall’architettura austera, situato in posizione panoramica su di un’altura di 2.200 metri, arroccato sul ciglio di una montagna. Completamente estraneo alle rotte turistiche è meta di culto fin dal XVII secolo ed ancora oggi intere famiglie nomadi vi giungono per effettuare la sacra kora, il mistico percorso nelle “grotte della rinascita” o per pregare vicino al grande ovoo dove alle donne non è permesso arrivare. Cena e pernottamento in ger.
14° e 15° giorno
Kharkhorin-Erdene Zuu-Ulaan Baatar
Partenza verso Kharkhorin, antichissimo luogo sacro sciamanico su cui fu eretta Karakorum, la capitale di Chingis Khaan e poi di Kubilai. Visita del monastero eretto accanto alle sue rovine, il monastero dei cento tesori, Erdene Zuu, uno dei centri più significativi del buddismo mongolo, con la sua imponente cinta muraria bianca su cui si elevano 108 stupa, uno per ogni discepolo del Buddha. Inizia il rientro verso la capitale. Cena libera. Pernottamento in hotel.
16° giorno
Ulaan Baatar-Italia
Trasferimento in aeroporto e partenza con il volo per l’Italia.