Grande spedizione - Dal Marocco alla Guinea Bissau
durata viaggio 29 giorni
1° giorno
Italia-Marrakech
Arrivo a Marrakech. Marrakech sorge su di una pianura nuda cui fanno sfondo le cime dell’Atlante e sembra fuori luogo con la sua muraglia rossa, il suo esuberante palmeto, la solennità dei mausolei saadiani e la sontuosità dei palazzi ricchi di stucchi. La seconda giornata è dedicata alla visita della città, il cui cuore è Jemaa el-Fna.. Trasferimento in hotel. Cena libera Pernottamento al Novotel, in centro.
2° giorno
Marrakech-Ouarzazate
Raggiunta la catena dell’Alto Atlante lasceremo la strada principale per raggiungere i villaggi Berberi abitati dai cercatori di gemme che raccolgono Ametiste, Tormalina ed altre pietre semi –preziose. Con la loro assistenza potremo trovare noi stessi la nostra gemma… Attraverseremo il passo di Tizi-n-Tichka a 2260 metri. Sul versante meridionale dell’Atlante visteremo Ait Benhaddou un bellissimo Ksar (villaggio fortificato) ancora parzialmente abitato, considerato fra più begli esempi di architettura d’argilla in Marocco. Ait Benhaddou è sull’antica via carovaniera che congiunge Marrakech con il Sahara e l’Africa Nera. Per la sua bellezza, questo Ksar è stato scelto per girarvi numerosi film come: Lawrence d’Arabia, Sodoma e Gomorra, L’Edipo re, Tè nel deserto, Gesù di Nazareth, Il Gladiatore… Arrivo in serata alla grande oasi di Ouarzazate. Cena e pernottamento in un confortevole hotel.
3° giorno
Ouarzazate-Zagora
Lasceremo la strada principale per esplorare la sconosciuta regione montagnosa del Djebel Sarhro. Seguiremo una ripida pista che s’inerpica in un paesaggio mozzafiato. Il nostro viaggio in altitudine (oltre i 2000 mt di altezza) si snoda attraverso uno scenario selvaggio di aride montagne: picchi, rocce, accampamenti nomadi e tumuli preistorici. L’itinerario corre sugli altipiani, di valle in valle, ci porterà a scoprire sperdute comunità di pastori che vivono ancora nelle caverne. Ecco infine il palmeto rigoglioso di Zagora, “la porta del deserto”. Un cartello stradale dipinto a mano mostra un tuareg ed una freccia verso il nulla: la direzione delle carovane per raggiungere Timbuctù. Cena e pernottamento in un confortevole hotel edificato in architettura locale, con piscina nel giardino.
4° giorno
Zagora-Foum Zguid
Il verde intenso dell’oasi stacca nettamente dai colori ocra e giallo del deserto circostante. Da Mhamid inizia l’avventura sahariana. I nostri 4x4 affronteranno una regione di grandi dune, l’Erg Chegaga. Dopo l’incontro con questo maestoso paesaggio, ci dirigeremo al lago salato di Iriqui e la nostra guida ci condurrà all’attraversamento della distesa salata e secca. Raggiungeremo l’asfalto a Foum Zguid. Cena e pernottamento in un confortevole hotel, camere con aria condizionata e servizi
5°e 6° giorno
Foum Zguid-TanTan
Partenza mattutina per una giornata di percorso in un paesaggio di montagne ed oasi, vista di un oasi dove il tempo di irrigazione viene ancora misurato con un arcaico sistema di “clessidra ad acqua”. Arrivo in fine pomeriggio a Guelmim (Guelmimine), antico centro carovaniero, famoso per il commercio delle perle di vetro, anticamente usate come moneta di scambio per oro, argento e schiavi. Il giorno seguente lasceremo la strada asfaltata per un itinerario che ci porterà alle scogliere di fronte all’oceano. La regione dell’estuario del Dra è visitata solo da viaggiatori intrepidi. Incontreremo minuscoli insediamenti di pescatori, vecchi forti abbandonati, dune e cammelli… Da questo momento viaggeremo spesso lungo una delle coste più pescose al mondo, seguendo la falsa riga del percorso degli uccelli migratori, che ogni anno, in questa stagione, volano a milioni verso l’Africa per sfuggire all’inverno e nidificare. In serata raggiungeremo l’hotel Ksar Tafnidilt. Costruito usando materiali locali in una perfetta architettura d’argilla, in bello stile sahariano, Ksar Tafnidilt è diventato il punto di passaggio e d’incontro per grandi viaggiatori e appassionati percorritori di piste sahariane. Questo hotel molto particolare che si raggiunge solo in fuoristrada è gestito dai nostri amici Magalì e Guy. Magalì è una conoscitrice delle piste marocchine, vinse il “Rally des Gazelles” la più famosa competizione in fuoristrada riservata a equipaggi femminili. Ritorno in serata al confortevole hotel Ksar Tafnidilt.
7° giorno
TanTan-Tarfaya
La mattina lasceremo Tafnidilt attraversando in fuori pista un’alta catena di dune e visiteremo un avamposto militare abbandonato, un vecchio forte che sembra fare ancora da guardia all’antico confine tra il protettorato francese e il Sahara spagnolo. Avremo l’impressione di essere sul set di un vecchio film sulla Legione Straniera! Da Tan Tan la strada segue un interessante itinerario lungo una falesia che divide il deserto dall’oceano…. Le lagune di Naila sono uno spettacolare mare interno, che un grande cordone di dune divide dall’oceano. Nel tardo pomeriggio arrivo a Cap Juby e pernottamento nella cittadina di Tarfaya, da qui le Isole Canarie distano meno di 100 Km. Tarfaya fu la base dell’Aeropostale che vi faceva tappa prima del grande balzo verso il Senegal e l’America Latina. In questa cittadina era di casa Saint Exupéry pioniere dell’aviazione e grande scrittore (Il piccolo Principe, Volo di notte, La terra degli uomini). Hotel Casamar, camere con aria condizionata e bagno privato.
8° e 9° giorno
Ex Sahara spagnolo
I territori dell’ex Sahara Spagnolo furono contesi durante la lunga guerra fra il Fronte Polisario e l’esercito del Marocco e anche se la pace non è stata firmata, da decenni vige, di fatto, un “cessate il fuoco”. Dalla seconda metà degli anni settanta una lunga “guerra delle sabbie” aveva reso inaccessibili questi luoghi. Solo oggi, timidamente, questa regione si riapre ai viaggiatori più audaci. Con lo spirito di una vera spedizione sahariana, guidati da una guida sarawi, percorrendo piste sconosciute andremo a scoprire le grandi distese sabbiose del Saguia El Hamra e del Tiris Gharbia, i pozzi frequentati dai mitici nomadi Reguibat con le loro lunghe file di cammelli, le innumerevoli dune e gli orizzonti infiniti. Giorni 8 e 9 campo in un maestoso paesaggio sahariano.
10° giorno
Ex Sahara spagnolo-Dakla
La nostra spedizione trans-sahariana continuerà ad attraversare una regione di dune, pozzi e campi nomadi. Nel pomeriggio raggiungeremo la strada per l’oceano e nel pomeriggio arriveremo a Dakhla presso il nostro hotel che sarà la base per la scoperta della regione chiamata per secoli: Rio de oro. Cena in un tipico ristorante, pernottamento in hotel, camere con aria condizionata e servizi.
11° giorno
Dakla
Dakhla merita un discorso a parte: per il suo isolamento, (1600 Km di strada a sud di Rabat) ma soprattutto per la bellezza unica di un ampio braccio di mare circondato per tre lati dal deserto. Situata su un istmo di terra che si allunga quasi parallelo alla costa per oltre 40 chilometri e protegge un mare interno: il “Rio de Oro”. Il paesaggio è dominato dai colori: azzurro del cielo, blu intenso dell’acqua, giallo delle dune, marrone intenso della zona rocciosa che si trasforma in isola durante l’alta marea. La marea regna sovrana penetrando ogni giorno nel deserto, coprendo e scoprendo grandi banchi di sabbia e verdi macchie di alghe, in un ambiente di pura bellezza.Dakhla fu fondata dagli spagnoli nel lontano 1502 e mantenne il nome di “Villa Cinseros” fino alla seconda metà degli anni ’70 quando, nella lunga guerra delle sabbie, divenne da prima territorio mauritano e quindi parte del Marocco.La strada continuerà seguendo la falesia fra deserto e oceano. L’incontro con altri veicoli si farà sempre più raro, pochi sono i viaggiatori che si avventurano così a sud su questa sottile striscia d’asfalto verso la Mauritania e l’Africa Nera. Attraverseremo la linea del “Tropico del Cancro” . Pernottamento in Hotel, camere con servizi.
12° e 13° giorno
Dakla-Chami
Un giorno dopo aver lasciato Dakhla raggiungeremo il posto di frontiera più meridionale del Marocco, l’unico “valico” aperto fra il Maghreb e l’Africa Nera. Qualche edificio amministrativo e militare caratterizzano questa frontiera un luogo strategico e sensibile. Dopo il disbrigo delle formalità di uscita, percorreremo qualche chilometro di sabbia. Un confine non tracciato, una linea nel deserto che divide il nulla dal nulla. Dall’altro lato con il posto militare della Mauritania ricomincia la strada. 13° giorno pernottamento a Cap Barbas, camere con servizi. 14° Giorno in Mauritania arrivo nella regione di Chami, cena e pernottamento in una spartana Guest House.
14° e 15° giorno
Esplorazione sahariana
Partenza mattutina. Grazie all’esperienza dello staff ad alla collaborazione di una guida locale tracceremo il nostro percorso in completo fuori –pista attraverso lo spettacolare oceano di sabbia che caratterizza l’Inchiri, una delle meno conosciute regioni della Mauritania. Per poter attraversare le catene di dune ridurremo la pressione nei pneumatici dei nostri 4x4. Gps e bussola ci saranno di ausilio in questa “navigazione” attraverso un intatto universo geologico. La bellezza del paesaggio, il silenzio ed il senso di immensità ci sapranno dare la vera “esperienza sahariana”. Passeremo una notte al campo e prevediamo l’arrivo a Chinguetti nella serata del 15° giorno dove passare due notti in una confortevole Guest House: La Gueilà che ha saputo fondere l’architettura tradizionale ed il comfort.
16° giorno
Chinguetti
La settima città santa dell'Islam, semisepolta dalle sabbie dell’erg Ouarâne: Chinguetti. La cittadina fu fondata verso il X° secolo e la moschea, sovrastata dalla massa imponente del minareto, è senza dubbio uno dei monumenti più antichi della Mauritania. Lo Ksar, costruito in pietra bianca con 5 torri è un notevole esempio di architettura arabo-berbera. Giornata dedicata all’Oasi, ai dintorni ed al palmeto. Un fortino della legione straniera, pozzi a bilanciere, dimore invase dalle dune, la celebre moschea e varie biblioteche che custodiscono antichi manoscritti preziosamente miniati. Qui è vivo il ricordo dei tempi in cui il deserto era un mosaico di culture, un luogo di genti e città, di commerci e carovane, di scuole celebri in tutta l’Africa e nel bacino del Mediterraneo. Cena e pernottamento.
17° giorno
Chinguetti-Akjoujt
Il più spettacolare paesaggio della Mauritania: grandi vallate, alte montagne, sabbie dorate dalle quali emergono picchi di roccia nera e rossa, sperduti villaggi dove la luna e le stelle sono l’unica fonte di luce nella notte. L’Erg dell’Amatlich è una lunga serie di alti cordoni di dune che proteggono le piccole e sperdute oasi dove il tempo sembra essersi fermato. Arrivo in serata a cittadina di Akjoujt, cena e pernottamento all’hotel Oumgrey.
18° giorno
Akjoujt-Nouakchott
Mattina di percorso su una nastro d’asfalto fra le dune, arrivo a Nouakchott. Nouakchott è una delle capitali più recenti al mondo, sorta per l’improvvisa necessità di dare una capitale ed un cuore burocratico ad un paese che conosce quasi esclusivamente il nomadismo. Qualche viale alberato, un mercato, un centro artigianale ed una lunga spiaggia molto animata all’arrivo dei pescherecci. L’inurbamento, favorito dall’inasprirsi delle condizioni di vita nel deserto, procede a ritmo vertiginoso, e in soli cinquant’anni un quarto della popolazione abita la capitale. Ma attenzione alle proporzioni… il paese conta poco più di due milioni di abitanti, e Nouakchott è l’unica città degna di questo nome in tutta la Mauritania… Pranzo in un ristorantino ed arrivo in hotel. Pomeriggio libero. Cena e pernottamento al confortevole hotel Halima .
19° giorno
Nouakchott-Parco di Djoudj-Saint Louis
In mattinata raggiungeremo il posto di frontiera con il Senegal. La frontiera naturale con la Mauritania è costituita dall’omonimo fiume Senegal che attraverseremo su un ponte mobile. Scopriremo, inaspettata, una grande zona umida totalmente isolata fra Sahara e aride regioni saheliane. Il Parco di Djoudj, “oasi naturale” è una savana parzialmente inondata ed è abitato da oltre un milione di uccelli sia stanziali sia migratori che qui nidificano. Questo “paradiso umido” ai confini del deserto ha la più grande concentrazione di pellicani mai registrata. Wikipedia ne dice: “Il Santuario nazionale degli uccelli di Djoudj si trova sulla riva sud-orientale del fiume Senegal, nell'omonimo stato, a nord-est di Saint-Louis. Comprende habitat di vario tipo, acquatici e terrestri, che ospitano numerose specie di uccelli migratori, molti dei quali hanno attraversato il deserto del Sahara per raggiungerlo. Delle circa 400 specie di uccelli i più numerosi sono i pellicani ed i fenicotteri. Meno importanti le colonie di pagliaroli provenienti dall'Europa; per questo tipo di uccelli il parco è l'unico luogo invernale conosciuto. Esistono numerosi altri abitanti del parco, il quale è stato inserito tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO…” Escursione in barca per ammirare le isole con la più grande concentrazione di pellicani. In serata arrivo a Saint Louis. Cena e pernottamento all’Hotel de la Poste, lo storico hotel costruito nel 1850 e che ospitava i piloti dell’Aeropostale. Totalmente restaurato, ha conservato l’atmosfera affascinante che l’ha contraddistinto nel tempo.
20° giorno
Saint Louis
Mattinata dedicata a Saint Louis, una cittadina dal fascino particolare, pittoresca e caotica. Per la sua storia, le sue viuzze coloniali, la posizione sulle foci del fiume Senegal è stata eletta a far parte, nel 2000, del Patrimonio dell’Umanità. Si andrà alla scoperta di Saint Louis in calesse, il mezzo migliore per scoprire la città e la zona del porto, dove i pescatori mettono ad essiccare buona parte del pescato notturno su impalcature di legno, cospargendolo di sale. Costruita su due isole nell’estuario del fiume Senegal, fu un avamposto della penetrazione francese. Dal fiume, che è navigabile, affluivano spezie, schiavi, oro, gomma arabica. Grazie a questa condizione climatica ventilata e favorevole, la presenza permanente di mercanti europei fu costante ancor prima dell’epoca coloniale. Saint Louis fu la capitale dell’Africa Occidentale Francese e divenne lo scalo principale dell’Aeropostale. Arrivo in serata sul Lago Rosa (reso famoso perché era il terminal del rally Parigi-Dakar). Il lago localmente chiamato Regba è poco profondo e circondato dalle dune. Le sue acque hanno una concentrazione salina dieci volte superiore a quella del mare che a volte da un colore rosato all’intero lago. Nuotare o meglio galleggiare sull’acqua è una sensazione particolare. Più di 600 persone vi lavorano a raccogliere il sale in modo tradizionale… Cena e pernottamento all’hotel Trarza, bungalow con aria condizionata, ristorante sul lago.
21° giorno
Saint Louis-Dakar
Breve visita di Dakar, capitale del Senegal, oggi una vivace metropoli africana che conta più di un milione di abitanti. Fu “la capitale” intellettuale e culturale dell’Africa Occidentale Francese, e di quell’epoca mantiene il palazzo della presidenza ed il museo dell’Institut Francais d’Afrique Noire, ospitato in un edificio in bello stile coloniale. Interessate il “Plateau” il quartiere centrale, i mercati.. Lasceremo i nostri veicoli al porto per imbarcarci sul traghetto diretto all’isola di Goré. L’isola, di fronte a Dakar, fu punto di raccolta degli schiavi destinati alle Americhe. Di quell’epoca buia conserva ancora numerose vestigia. La più nota ed emozionalmente coinvolgente è la “maison des esclaves”, dalla cui “porta del non ritorno”, affacciata al mare gli schiavi uscivano per essere imbarcati sulle navi che li portavano ad una nuova vita, seppur tremenda. Quelli che erano considerati troppo deboli per affrontare la traversata venivano direttamente buttati a mare. Una realtà terribile che non va dimenticata. Oggi Goré ha assunto una nuova dimensione: grazie al suo clima sempre rinfrescato dalla brezza marina, alla storia, alla ben conservata architettura dell’epoca, ai numerosi e simpatici ristorantini, alle colorate boutiques, ha saputo trasformarsi in apprezzata meta di escursione per locali e stranieri. Faremo ritorno al porto per imbarcarci sulla motonave “Aline Sitoe Diatta” che salperà nella serata. Cena presso il ristorante della nave e pernottamento in semplici ma pulite cabine a quattro (e due) letti, con servizi.
22° giorno
Dakar-Cap Skirring
All’alba la nave entrerà nel grande estuario del fiume Casamance. Nella luce rosata i pescatori in piroga ritireranno le reti, mentre i delfini ci seguiranno festosi. Intorno a noi scopriremo un nuovo panorama, quello lussureggiante dei grandi alberi africani e delle foreste sacre dove con l’animismo sopravvivono le forme più autoctone ed originali di religiosità di questo continente. Sbarcheremo su un isola dell’estuario e a bordo di una imbarcazione locale attraverseremo un intricato labirinto di mangrovie e lagune. Esploreremo un unico e grande eco-sistema umido dove l’incerto confine fra acqua e terra muta con la marea. In un villaggio parteciperemo a una gioiosa danza delle donne Diula, il pranzo in un ristorante locale sarà a base di ostriche alla griglia, formaggio di capra (altri menu su richiesta anticipata). Ad una radura al limite della laguna ci attenderà un colorato veicolo locale, il Taxi-Brousse epico veicolo del trasporto popolare africano, con il quale ci divertiremo a percorreremo i pochi chilometri che ci separano dal nostro elegante hotel a Cap Skirring. Cena e pernottamento all’hotel “La Pailotte”: confortevoli bungalow in un’intensa vegetazione tropicale, cucina gastronomica con specialità francesi e locali, ristorante panoramico sull’oceano e grande spiaggia privata.
23° giorno
Casamance-Ziguinchor
Visita alle bellissime case fortificate d’argilla dei Diola, un bell’esempio di “architettura sculturale africana” che riflette il concetto di difesa tipico delle società tribali, egualitarie ed acefale. Le case a impluvio, con una grande apertura nel centro del tetto, sono vere costruzioni fortificate, dove regna l’armonia delle forme e la fusione dei materiali tradizionali: legno e argilla. Ci riceverà il monarca di uno dei più antichi reami della Casamance. Sua Maestà appartiene alla categoria più tradizionale dei Re africani, ossia è capo politico della comunità ma anche leader magico-religioso, “grande sacerdote” che unisce poteri politici a poteri spirituali. Dopo il pranzo seguiremo una pista che ci condurrà ad un grazioso villaggio dove incontreremo le maschere che lasciano la foresta sacra (dove solo gli iniziati sono ammessi) per danzare davanti ad un pubblico entusiasta. Le maschere fanno parte della cultura animista e tradizionale dei Diola e Malinka, tutti le rispettano e ne hanno soggezione in quanto incarnano gli Spiriti che assolvono un ruolo importante nel risolvere le dispute tra i vari villaggi. In serata arrivo a Ziguinchor. Pernottamento al Kadiandoumange Hotel, sulla sponda del fiume, in camere con aria condizionata e bagni privati.
24° e 25° giorno
I popoli dell’entroterra della Guinea Bissau
Una volta attraversata la frontiera della Guinea Bissau entreremo nel territorio abitato dai Manjago. In ogni villaggio alcuni pali di legno chiamati Pecal rappresentano gli spiriti nel Cab Balung, il santuario degli antenati. La tradizione è ancora viva e gli abitanti ci illustreranno i differenti stili di pali. Una delle ultime possibilità che sono concesse al viaggiatore di ammirare l’arte africana nel suo contesto di origine. La sacerdotessa dei feticci, chiamata Napene, ha funzioni divinatorie ed è in grado “leggere il futuro” grazie all’aiuto degli spiriti. Cena e pernottamento a Casa Cachungo, semplici bungalow ecologici, camere ventilate con servizi. Il 25° giorno il percorso si snoderà attraverso grandi coltivazioni di anacardo. Visiteremo una vecchia fabbrica di “cana” sorta di rum locale, che é prodotto con le stesse procedure dall’epoca coloniale. Nel pomeriggio andremo alla scoperta dell’ etnia Pepel che mantiene vive arcaiche tradizioni locali. Ci recheremo in un villaggio dove la vegetazione nasconde un grande feticcio il cui potere è temuto e rispettato dagli abitanti. Gestito da alcuni iniziati, il feticcio è in grado di interrogare gli spirito… Cena e pernottamento all’hotel Mar Azul, Bungalow con servizi nei pressi di un Bolon, braccio di mare che penetra profondamente nell’entroterra.
Dal 26° al 28° giorno
Arcipelago delle Bijagos
In mattinata, partenza per 3 giorni di navigazione che ci porteranno, di isola in isola, alla scoperta del più sconosciuto arcipelago africano. L’arcipelago delle Bijagos dista circa 40 miglia dalla costa ed è composto da 88 tra isole ed isolotti. Conta meno di 300.000 abitanti distribuiti solo su una ventina di questi fazzoletti di terra e concentrati soprattutto sulle due più isole importanti, che ospitano circa i due terzi della popolazione globale. I Bijagos, animisti, celati nel cuore della propria isola, vivono con serenità grazie alla generosità della natura. L’estremo isolamento ha permesso loro di mantenere immutati i comportamenti tradizionali. Nelle isole non abitate una vegetazione rigogliosissima ed impenetrabile lascia spazi solo alle immense spiagge bianche ed alle foreste di mangrovie. Nelle acque calme, limpide e pescose vivono anche i delfini, le tartarughe e i rarissimi ippopotami marini. Strana etnia i Bijagos: circondati dal mare non lo amano e non lo sfruttano affatto. Anzi, memori delle cruente incursioni dei portoghesi, lo considerano un elemento malefico e costruiscono i loro villaggi lontano dai flutti, nel cuore dell’isola, nascosti tra la fitta vegetazione e le palme da olio. Sulle spiagge le piroghe sono rarissime: il mare è pescosissimo, eppure meno dell’1% dell’esigua popolazione pratica la pesca ed il pesce ha una rilevanza del tutto marginale nella dieta! Gli autoctoni allevano polli, maiali e capre che consumano col riso condito con olio di palma. Le donne raccolgono sulla spiaggia ostriche e granchi durante la bassa marea e tra la vegetazione i frutti spontanei. C’è di che nutrirsi senza troppo affanno! Importante anche la raccolta di molte erbe per la farmacopea tradizionale. L’isolamento geografico, la mancanza di mezzi di trasporto e di comunicazione che colleghino l’arcipelago alla terra ferma hanno fatto sì che i Bijagos abbiano mantenuto praticamente intatte le loro tradizioni. Le donne portano ancora il “saiya”, tradizionale gonnellino in fibra, e gli uomini per i culti segreti utilizzano le maschere. L’isola di Orango è parco nazionale, fra le numerose specie protette si annoverano gli spettacolari: ippopotami di acqua salata. Questi grandi mammiferi dal comportamento unico per la loro specie, vivono nelle acque salate delle foreste di mangrovia e a volte decidono di “fare un tuffo “ nell’oceano! E’ possibile avvistarli da ottobre alla prima metà di febbraio ma essendo animali elusivi è successo che le guide ne abbiano perse le tracce per giorni. Una spettacolare navigazione ci porterà all’isola di Rubane. Pernottamento in confortevoli grandi bungalow immersi nella lussureggiante vegetazione tropicale su una spiaggia selvaggia. Aria condizionata e acqua calda. Elegante ristorante su palafitte con specialità cucina francese e locale. Infine partenza mattutina per Bolama che fu la capitale della Guinea portoghese, dalla sua creazione nel 1871 al 1941, quando la stessa fu trasferita a Bissau. Gli autoctoni ci vennero a vivere dopo la partenza dei portoghesi. Oggi la città cade in rovina, in parte invasa dalla vegetazione tropicale. Bolama fu costruita sul modello del Castro Romano con grandi viali soleggiati e ormai silenziosi, larghe piazze vuote, fontane asciutte, giardini da cui deborda la vegetazione, begli edifici amministrativi e il palazzo del governatore dal grande colonnato neoclassico … dove oggi pascolano le capre. A Bolama aleggia l’atmosfera surreale di una città fantasma, ancora abitata. Continuiamo con i nostri motoscafi fino a Bissau, l’attuale capitale. Al porto ci attendono i veicoli per una breve visita della città e dei vecchi quartieri. Camere in day-use presso un confortevole hotel in centro città Infine trasferimento e assistenza all’aeroporto per il volo di rientro. Cena libera.
29° giorno
Italia
Arrivo a destinazione finale.
Itinerari, date, visite, pernottamenti, potranno essere annullate o modificate alla sola discrezione degli organizzatori.
N.B. La recettività alberghiera è scarsa. In caso di indisponibilità di camere negli hotel previsti sarà necessario ricorrere ad altre strutture, il più possibile simili. Per la stessa ragione in qualche caso potrebbe non essere garantita la camera singola. L’ordine cronologico delle visite nelle isole Bijagos potrebbe essere modificato in funzione delle maree.