Voli di linea. Partenza per Tana dove l’arrivo è previsto per la sera. Cena a bordo. Pernottamento in hotel.
2° giorno
Antananarivo-Majunga
Il mattino imbarco sul volo per Majunga. La cittadina sorge nella baia di Bombetoka, estuario dell’enorme fiume Betsiboka, ed offre splendidi tramonti grazie alla sua esposizione ad occidente, ammirati da chi passeggia sul bel lungomare sottolineato da palme. Simbolo di questa cittadina è il suo grande (21 metri di circonferenza…), fronzuto e centenario baobab sacro al quale i francesi invasori osarono appoggiare i condannati “affidati” al plotone d’esecuzione. Il porto di gozzi, le agenzie commerciali ed una popolazione cosmopolita testimoniano gli intensi scambi con le Comore e Zanzibar ma anche l’Arabia e l’India… Nel XVIII secolo il principe Andriamandisoarivo fondò qui il regno di Boina che estese il suo dominio fino all’estremo nord grazie ai floridi commerci: buoi e schiavi contro seta, gioielli ed armi. Nel pomeriggio escursione in battello per attraversare la grande baia di Bombetoka e raggiungere tra le mangrovie il villaggio di Sahankoany dove ci sono le miniere di celestina (SrSO4), uno dei minerali più ambiti dai collezionisti per la bellezza dei cristalli, la buona lucentezza e la stupenda tonalità di…celeste appunto, unica nel mondo minerale. Cena e pernottamento al Coco Lodge.
dal 3° al 5° giorno
Majunga-Makary-Boeny Aranta-isola di Antsoheribory-Majunga
In fuoristrada si percorre la pista per Mitsinjo, cittadina autentica inserita in un bel contesto naturale, tuffata tra i laghi cinti da vegetazione lussureggiante ed una regione particolarmente fertile che produce canna da zucchero in abbondanza. Ad Ambinany, grazioso villaggio la cui specialità culinaria sono i pipistrelli (non è necessario adeguarsi…), un traghetto a corde permette di attraversare il canale e proseguire sulla pista che segue le rive del lago permettendo di godere fin in fondo della bellezza della natura. La zona acquatica Mahavavy-Kinkony, riserva naturale, possiede una biodiversità eccezionale. Quasi tutte le specie rare ed endemiche di lemuri ed uccelli acquatici vi trovano rifugio. Sulle acque pescose del lago, la perla della regione, i locali gettano le reti dalle piroghe e sulle rive coltivano il riso. Campi. A Makary, il mercoledì, è giorno di mercato, spettacolare! Via terra arrivano le merci con i carretti, via acqua le piroghe degli acquirenti da tutti i villaggi rivieraschi... una situazione veramente insolita! Di altri “bianchi” neanche l'ombra. Dopo il mercato alcune imbarcazioni ci permetteranno di attraversare il lago ed inserirci nel grande canale che porta al fiume Mahavavy. Le auto ci attendono allo sbarco per trasferirci sulla bella spiaggia di Boeny Aranta, ombreggiata di palme piegate sul mare. L'area è abitata da pescatori di granchi e gamberi e l’accoglienza calorosa è garantita. Interessante la zona di mangrovie, utilizzata da molte specie animali per nidificare, dormire e nutrirsi. Le mangrovie sono anche una fonte importante di redditi per la popolazione locale, che le utilizza per la costruzione e per il riscaldamento ma anche per la pesca tradizionale che riguarda soprattutto gamberetti, grossi granchi e gustosissime ostriche, con un impatto molto debole sull'ecosistema. Poi saranno le piroghe a bilanciere che attraverso la baia di Boeny, punteggiata di isolotti dalla vegetazione esuberante, ci sbarcheranno sulla lingua sabbiosa di Nosy Antsoheribory, uno scalo arabo molto attivo fino a due secoli fa e completamente abbandonato a favore del porto di Majunga. Tombe, case sacre, resti della residenza del sultano e di una moschea raccontano la sua storia tra il XVI° e il XVII° secolo. Un tramonto ed un’alba da sballo faranno da contorno al nostro campo montato sulla spiaggia, perfettamente soli, in un'atmosfera particolarmente suggestiva e romantica. Riprese le piroghe e riguadagnata terra, il viaggio prosegue in fuoristrada tra savane e villaggetti fino alla penisola di Katsepy, proprio di fronte a Majunga, dall'altra parte della baia. Spiaggia, bagni e lo spettacolo di piroghe e traghetti assai ruspanti ci accompagnerà fino a Majunga per una bella cena e pernottamento al nostro Coco Lodge.
6° giorno
Majunga-Antsohihy
Partenza mattiniera verso Ambondromamy, dove si svolge uno tra i più bei mercati della grande isola, coloratissimo. Frutta fresca ben disposta ad arte sui banchi a creare contrasti e sfumature, frutta imbottigliata con salsine piccanti, davvero una goloseria, gente allegra e ancora colori, colori, colori. Poi via, verso Port Berger e il suo mercato della “gare routière” dove si vendono i prodotti della locale agricoltura: cotone, tabacco ed arachidi. La strada ora si snoda tra colline verdeggianti e bei villaggi fino a Antsohihy. Cena e pernottamento in una struttura con servizi semplice ma pulita.
dal 7° al 11° giorno
navigazione tra le isole Radama
Dopo la colazione partenza per Analalava per salpare poi verso l’arcipelago delle Radama su imbarcazioni locali a vela, munite comunque di motore da utilizzare in caso di necessità. Secondo il vento e le maree i punti d’attracco per i pic-nic, i bagni, le immersioni, la pesca, le visite a piedi ed i bivacchi potranno variare, ma l’itinerario resterà comunque una straordinaria scoperta di questo pezzettino del nostro pianeta il cui unico accesso è il mare, un dolce e fascinoso peregrinare tra isole paradisiache e davvero poco frequentate. Acque blu profondo, verdi, violetto e turchese, barriere coralline e lingue di sabbia da sogno addobbate da tramonti che incendiano il Canale di Mozambico, sorrisi di bimbi, sguardi, risa canterine e complici di donne… è questo il mondo Sakalava, l’etnia che vive felice da queste parti dell’Eden. Ed anche il nostro per qualche giorno, un mondo da vivere costantemente in costume da bagno, alla Robinson Crusoe, sospesi tra cielo e mare, annegati nella luce dei Mari del Sud. I campi saranno posti sempre sulle spiagge. Dov'è Corto Maltese?
Ecco qui una breve descrizione di alcune tappe del nostro tragitto, partendo dalla più meridionale delle isole, Nosy Lava:
Nosy Lava, oasi incantevole dalla spiaggia di sabbia fine e bianca, bordata da falesie di calcari. Poco boscosa, è interessante per il suo penitenziario da tempo abbandonato che ricorda quello più celebre della Guaiana. La visita delle rovine permetterà un piccolo tuffo nell’atmosfera del periodo coloniale. Il panorama dall’alto delle colline è semplicemente grandioso e farà da contorno al primo campo sulle spiagge delle Radama, cullati dalle grida degli uccelli marini.
Nosy Berafia, la più grande delle isole (2500 ha). Nella sua parte meridionale presenta piantagioni più o meno abbandonate di caffè, ylang-ylang, pepe, peperoncino, dominate dalla chioma di grandi alberi e frequentate da piccioni verdi e pipistrelli frugivori. Un bel villaggio e la vecchia casa del “commandeur” fanno rivivere l’ambiente coloniale dei primi anni del secolo scorso.
Ambariopotaka (o Nosy Kalakajoro) è la più settentrionale dell’arcipelago delle Radama. Sabbia bianca e foresta densa che culmina a 166 metri d’altezza. Uno scoglio sull’immensità dell’oceano, che ospita un minuscolo villaggio dove André, carpentiere, costruisce secondo tradizioni secolari buttri e piroghe. Pervinche bianche e rosa e una bella laguna fanno da sfondo alle passeggiate.
Nosy Antanimora, con un apostrofo di sabbia che appare e scompare a seconda della marea ed una spiaggia meridionale addobbata di sculture di alberi giganteschi con le gambe all'aria, frutto di un lontano ciclone. Il minuscolo villaggio è un amore.
Ambariomena, specie di fiordo tranquillo come un lago bordato da piccole spiagge di sabbia aranciata, dominato da una foresta rude graffiata da solchi di arenaria rosata. Un dedalo di mangrovie porta fin sotto i monti coperti dalla foresta primaria.
NB: le tappe verranno decise al momento in base alle maree e alle condizioni meteo.
12° giorno
Nosy Tanikely-Ankify
Dopo esser passati vicino all’isola di Tanikely per una bella nuotata nel parco sottomarino, sbarco ad Ankify per la cena ed il pernottamento in albergo.
13° giorno
Ankify-riserva di Mahamasina
Sbarcati sulla terraferma, ad Ankify, si riprendono i fuoristrada per attraversare la valle di Sambirano, una zona ricca di coltivazioni: canna da zucchero, cacao, vaniglia e ylang-ylang, il “fiore dei fiori”, dal profumo inebriante e specialissimo… dopo l’animato mercato di Ambilobé, dove si giungerà per il pranzo, visita a piedi della riserva di Mahamasina per ammirare l’enorme estensione di “tsingy”, curiose, caratteristiche formazioni di picchi ed aghi di calcare eroso formatesi in antichi terreni carsici scolpiti dai capricci del vento e della pioggia. Uno spettacolo tipicamente ed unicamente malgascio. Campo in foresta, nella riserva.
14° giorno
riserva di Mahamasina-Tsingy Rossi-Diego
Bei panorami fiancheggiano la strada lungo la quale sorgono villaggi e piccole comunità di cercatori di zaffiri. Una deviazione su pista movimentata porta ad una depressione in cui sorgono gli tsingy rossi, una curiosità geologica davvero spettacolare ed unica: si tratta qui di calanchi di laterite di recente formazione che sotto l’erosione degli agenti atmosferici hanno assunto la forma di migliaia di piccoli pinnacoli, di aghi (tsingy appunto in malgascio) dal colore fiammante. In realtà gli tsingy si trovano in varie regioni del Madagascar, ma solo qui sono rossi. Non ci sono parole per descrivere la bellezza del luogo e la suggestione della passeggiata che permette di scendere ed addentrarsi tra le formazioni. Arrivo infine a Diego, il principale centro e porto del Nord del Madagascar. Nel 1500 Diego Diaz, ammiraglio portoghese, scoprì la Grande Isola, seguito dopo poco dall’ammiraglio Fernan Soares: dall’unione dei due cognomi nasce il toponimo europeo, affiancato dal malgascio Antsiranana. Quella di Diego è una strana storia che passa attraverso Libertaria, una repubblica egalitaria fondata da un gruppo di pirati alla fine del 1600, alla dominazione dei francesi che la occuparono con la Legione Straniera fino al 1975. La città, che oggi conta quasi 100.000 abitanti, è da sempre cosmopolita: arabi, comoriani, yemeniti, europei, indiani… e naturalmente sakalava e antakarana, le due etnie malgasce che rappresentano il 65% della popolazione. La parte bassa si erige su una piccola penisola che si affaccia alla baia con le vecchie costruzioni creole e coloniali, la cattedrale e le installazioni portuali. Intorno si sviluppano i nuovi quartieri mentre al largo Nosy Lonjo, isolotto sacro a forma di pan di zucchero, sorveglia silenzioso, rabbonito dalle varie offerte tradizionali. Con i suoi 156 chilometri di coste idilliache con splendide baie, villaggi di pescatori e spiagge deserte, nella classificazione delle più grandi (e belle) baie del mondo Diego occupa il secondo posto, dopo quella di Rio de Janeiro. Cena e pernottamento in hotel.
15° giorno
Diego-Antananarivo
Il mattino imbarco sul volo per Antananarivo. La città si estende sull’altopiano dell’Imerina a 1400 metri di altezza tra ripide scalinate, giardini fioriti e tipiche abitazioni. Fondata come fortezza all’inizio del XVII secolo dai re Merina, che ne avevano fatto la residenza principale, fu conquistata dai francesi nel 1895 e divenne la loro capitale in terra malgascia. Tana, come viene chiamata da tutti, ha richiamato a sé molti abitanti delle campagne circostanti ed è diventata una metropoli che conta circa un milione e mezzo di abitanti. Il centro artigianale, davvero ricchissimo dei prodotti più svariati dell’isola, sarà l’occasione per lo shopping… Camera a disposizione per una doccia e cena libera. Trasferimento in aeroporto ed imbarco sul volo di rientro in Europa.
16° giorno
Italia
Arrivo previsto nel primo pomeriggio.