Tonga Soa
durata viaggio 16 giorni
1° giorno
Italia-Antananarivo
Voli di linea. Il mattino partenza per Antananarivo, dove si arriva in serata. Pasti a bordo. Pernottamento in hotel.
2° giorno
Antananarivo-Antsirabé
Il mattino breve visita della capitale malgascia, che si estende sull’altopiano dell’Imerina a 1400 metri di altezza tra ripide scalinate, giardini fioriti e tipiche abitazioni. La città è stata fondata come fortezza all’inizio del XVII secolo dai re Merina, che ne avevano fatto la residenza principale. I francesi conquistarono la città nel 1895 e ne fecero la loro capitale in terra malgascia. Tana, come viene chiamata da tutti, ha richiamato a sé molti abitanti delle campagne circostanti ed è divenuta una metropoli che conta circa due milioni di abitanti. Partenza per Antsirabé, cittadina fondata nel 1872 da un gruppo di missionari norvegesi a 1500 metri di altezza, al centro di una ricca regione agricola che produce riso e mais ma anche uva, con la quale vengono prodotti 500.000 litri di vino l’anno. Frequentata località termale dal tempo dei francesi, è la capitale dei “pousse-pousses”, mezzo di trasporto urbano a braccia umoristicamente decorato. Antsirabé è uno dei centri più moderni ed importanti del Madagascar, molto noto per il commercio delle pietre semi-preziose tagliate e vendute nei vari negozietti. Notevole anche l’artigianato: ricami multicolori, miniature, corna di zebù intagliate o utilizzate per la confezioni di vari oggetti… Cena e pernottamento in hotel.
dal 3° al 5° giorno
La discesa del fiume Tsiribihina-Morondava
Un tragitto di circa 5 ore attraversa le regioni desertiche dell’ovest sino a Miandrivazo e permette di raggiungere, con una pistaccia di circa 15 chilometri, l’attracco di Masiakampy, da dove inizierà la navigazione in barca a motore lungo il fiume Tsiribihina. È un tragitto di 145 chilometri che si percorre molto lentamente, fermandosi nei villaggi e ammirando la splendida flora endemica, tra gole, cascate, piccole piscine naturali, brandelli di foresta con lemuri, tartarughe e un tripudio di uccelli. Si penetra tra i calcari delle gole di Bemaraha e si naviga attraverso falesie di basalto riccamente decorate da pachypodium, aloe e piante grasse. Una breve escursione a piedi permette di godere del privilegio di una bagno in un laghetto con… doccia sotto la cascata che lo alimenta! Il battello scivola poi sulle acque che tagliano la piana di Menabe dove troneggiano enormi baobab e vola l’aquila pigarga malgascia, che esibisce un’apertura alare di due metri. Pernottamenti al campo sulle rive del fiume. Il 5° giorno arrivo a Morondava, bella cittadina costiera tra larghe spiagge e foreste di mangrovie. La città è il centro delle genti Vezo, dedite alla pesca, e Sakalava, interessanti per l’arte funeraria. Poco fuori città la celeberrima, ultrafotografata “avenue des baobab”, un pezzo di pista fiancheggiata da imponenti esemplari di Adansonia Grandidieri. Sistemazione in albergo e cena.
dal 6° al 10° giorno
il Canale di Mozambico: Belo sur Mer-Andavadoaka-Salary-Ifaty
Queste giornate sono dedicate alla scoperta di un eccezionale territorio. Eccezionale perché offre più di 100 km di spiagge deserte lungo baie di sabbia fine, perché il blu delle sue acque raggiunge un’intensità rara, perchè al largo transitano le imbarcazioni dei pescatori Vezo. Veri e propri nomadi dell’oceano, navigano su piroghe ricavate direttamente da un tronco di legno tenero, scavato a mano, ed utilizzano le vele delle loro piroghe a bilanciere per ripararsi durante i bivacchi notturni sulle spiagge. Le tecniche di pesca ed i materiali usati (arpioni e reti) sono tradizionali. Il mattino del 6° giorno partenza in fuoristrada su di una pista che si snoda nella foresta. Il guado di un fiume dalla sabbia candida, bordato di rossa laterite, gli stagni disseminati di ninfee, i grandi baobab, le smisurate, abbacinanti saline sono alcuni dei momenti che introducono a Belo sur Mer, situato ad una sessantina di chilometri a volo d’uccello a sud di Morondava. E’ un villaggio fuori dal tempo, lontano dal mondo e chiuso nella sua splendida baia dalle acque color turchese e smeraldo, in alcuni periodi dell’anno raggiungibile solo via mare. Un interessante cantiere navale artigianale produce piroghe e i gozzi che ancora solcano le acque del Canale del Mozambico. Il panorama in riva al mare è una visione paradisiaca! Il giorno successivo una pista porterà ad aggirare il grande delta del fiume Mangoky, verso Morombe. E da qui una pista attraverso una natura incontaminata da cui emergono curiosi baobab, piccoli, paffuti e bizzarri, permetterà di vivere un paradiso in riva al mare, le cui acque ospitano una varietà incredibile di vita marina. Protette dalle dune e dalla barriera corallina, le spiagge sono lambite dolcemente dall’acqua. Il blu del mare spicca per contrasto col chiarore della sabbia e blocchi rocciosi torturati dalle onde spuntano qua e là offrendo asilo a colonie di uccelli. Inizia qui anche la sorprendente foresta spinosa, che continua verso sud con le sue piante ridotte all’essenziale, mentre boschetti di mangrovie interrompono la linea della costa. I villaggi di pescatori Vezo si susseguono, alternati ad interminabili lembi di spiaggia vergine… poco più in là la barriera corallina invita a soste indimenticabili… Fino a Salary, situato su una duna candida lambita dalle onde, e poi a Ifaty, villaggio noto per le sue saline che forniscono il sale iodato utilizzato da tutti i malgasci. I pernottamenti si faranno in piccole strutture di grande fascino in riva al mare, isolate dal mondo, circondate da spiagge intonse ed arricchite dai tramonti che infuocano il Canale di Mozambico. Pernottamenti in Hotel tranne la notte del 7° giorno al campo.
11° e 12° giorno
Tulear-Rahonira-Parco dell’Isalo
Il mattino arrivo a Tulear e breve visita della cittadina con una puntata al mercato delle conchiglie, dove se ne possono acquistare di ogni forma, dimensione e colore. Poi, abbandonato il Canale di Mozambico, si piega verso l’interno e si giunge, con un percorso di circa 250 chilometri che offre panorami molto diversificati, a Ranohira. La giornata seguente è interamente dedicata ad un’escursione nel parco, un insieme straordinario di rocce di arenaria modellate in forme bizzarre, lavorate come merletti. L’acqua ed il vento carico di sabbia hanno conferito ai teneri pinnacoli un aspetto da castello fatato, da fortezza in rovina. Nei profondi canyons lunghi chilometri, i cui picchi possono arrivare a 200 metri, scorrono fiumi a volte permanenti. Popolato da una cinquantina di specie di uccelli e varie specie di lemuri, il territorio del parco, che si estende ad un’altitudine tra gli 820 e i 1300 metri, presenta rarità vegetali endemiche come il baobab nano e il pachypodium rosulatum, particolare albero a forma di bottiglia. Con grande sorpresa si scorge una spettacolare piscina naturale, inserita tra un insieme di rocce nude e lussureggiante vegetazione. Altamente suggestivo il tramonto da godere da un particolare e spettacolare sito. Ma Isalo non è solo una meraviglia naturale, è anche un luogo affascinante e misterioso, associato a tutta una serie di fady, tabù. L’etnia dominante in questa regione è quella dei Bara, che praticano l’allevamento degli zebù. Pernottamento in una semplice struttura per due notti.
dal 13° al 15° giorno
Parco dell’Isalo-Fianarantsoa-Antananarivo
Il percorso si snoda tra le grandi savane del centro-sud, attraversando il Plateau di Horombe. Sosta alla riserva della foresta di Anja, un’occasione per scoprire un concentrato di flora e fauna, in particolare lemuri. Visita della regione di Ambalavao, con splendidi vigneti, piantagioni di soia e le note fabbriche di carta “antaimoro”. Il processo di lavorazione artigianale, abbastanza lungo, è gestito in prevalenza dalle donne. La carta si ricava dalla corteccia di un arbusto della famiglia delle moracee che, ridotta in poltiglia, viene distesa su telai di legno di diverse misure e forme e decorata con fiori freschi leggermente pressati. Dopo alcune giornate di essiccazione al sole, la splendida carta è pronta! Cena e pernottamento a Fianarantsoa, 140 000 abitanti, antica città reale fondata nel 1830 e convertita alla religione cristiana. Molte sono le chiese sulle colline che la circondano, coltivate a vite e a riso. Ma ecco Ambositra, centro celebre per l’artigianato del legno prodotto dai Zafimaniry che vivono in villaggi sparsi nelle montagne circostanti e raggiungibili solo a piedi. Magnifici i lavori di intarsio con essenze pregiate e le stoffe tessute a mano in seta grezza. Le Alte Terre sono di grande suggestione: monti vulcanici e colline coltivate a terrazzo sono disseminati di minuscoli villaggi e casine che sembrano uscire da un disegno di bimbo… nei piccoli centri colpisce un’architettura d’altri tempi e l’incontro con la gente è quanto mai piacevole. Cena e pernottamento in albergo lungo il percorso. Il 15° giorno continuazione su Antananarivo dove si possono effettuare gli ultimi acquisti. Un passaggio al mercato dell’artigianato è d’obbligo. Qui infatti si possono trovare gli oggetti prodotti in tutte le regioni del Madagascar. Cena libera e trasferimento in aeroporto.
16° giorno
Antananarivo-Italia
Imbarco sul volo di rientro in Europa. Arrivo previsto in mattinata.